Cappella del Tesoro di San Matteo
L’antica Cappella del Tesoro di San Matteo collocata nella sacrestia del Duomo ha riaperto al pubblico. Si potrà visitare il 21 di ogni mese dalle ore 09.00 alle ore 13:00. A volerlo fortemente il Parroco del Duomo Don Michele Pecoraro che ha stabilito l’apertura e la visita dell’antico scrigno dei tesori d’arte e di fede per ogni 21 del mese. L’obiettivo è quello di ricordare a tutti i salernitani la solennità del Santo Patrono che viene festeggiato il 21 Settembre. Approntato un sistema di videosorveglianza e di sicurezza ad hoc per evitare furti, come accaduto in passato.
Il Tesoro di San Matteo è custodito nella Cappella del Tesoro affrescata con il meraviglioso “Paradiso Salernitano”. E’ possibile ammirare i busti argentei, e i numerosi argenti gotici, come il “Braccio di San Matteo”, che vanno dal ‘300 fino al XIX secolo.
La Cappella del Tesoro di san Matteo è stata costruita nel 1550 e la cornice del pavimento è ancora originale. Nel 1730 quando è stata restaurata dal pittore beneventano Filippo Pennino, che ha affrescato la volta raffigurante il “Paradiso Salernitano” dove sono rappresentati San Matteo, i Santi Martiri Salernitani, Santa Caterina, Sant’Agata, San Tommaso, Sant’Anastasia”.
I cinque “armadi – vetrine” presenti all’interno della Cappella contengono:
il ciborio in argento donato nel 1925 dall’Arcivescovo Camillo Allevi, esso veniva esposto all’adorazione dei fedeli per quaranta ore continue, sull’altare maggiore della Cattedrale, durante il periodo della Santa Pasqua”
i busti argentei di San Matteo, di San Gregorio VII e dei tre Martiri Salernitani
il busto di San Matteo invece fu commissionato dalla municipalità salernitana nel 1688 e realizzato nel 1691 dall’argentiere napoletano Nicola De Aula
il busto in argenteo di San Gregorio VII è stato realizzato nel 1742 da Giacinto Buonacquisto, argentiere operante nel regno di Napoli e Sicilia nel XVIII secolo
la statua in argento di Sant’Ante è stata realizzata nel 1706 dagli scultori argentieri Benedetto Monaco e Tommaso Rivaldi, che hanno realizzato anche San Caio o Gaio
il San Fortunato è stato realizzato da Rivaldi nel 1710
gli argenti che custodiscono le reliquie dei Santi, come il Braccio di San Matteo, realizzato nel 1330, che viene portato in processione
un pezzo dell’osso del Braccio di San Matteo
il reliquiario della Beata Vergine, che contiene un capello della Madonna
la mano d’argento di Sant’Anastasia del 1408 donata dalla Regina Margherita di Durazzo
il dito di Santa Caterina d’Alessandria inserito in una coppa cavalleresca di cristallo di rocca e argento con le anse a forma di drago
una Croce in argento sbalzato e oro contenente un pezzo del legno della Croce di Cristo
il crocefisso in argento con due braccia
gli ostensori, uno in argento e rame dorato del 1799, e uno in argento, rame dorato e cristallo di rocca del XVII secolo
il calice donato dal Beato Pio IX, durante la sua venuta a Salerno e quello di Monsignor Demetrio Moscato
le corone in argento delle statue conservate in cattedrale
un grande “faldastorie” dove si è inginocchiato a pregare Giovanni Paolo II il 26 maggio del 1985 durante la sua visita a Salerno